PROTEGGIAMO GLI ANARCHICI

Maggio 11, 2009

Compare una scritta, a Torino, firmata da persone che si definiscono anarchici. E’ una scritta contro Calabresi, in difesa di Pinelli.  

Commentando queste scritte, si è detto che è stata offesa la memoria di Calabresi, per via delle scritte ingiuriose. Si è detto che è stata offesa la memoria delle vittime. 

Sicuramente.

Ma per l’ennesima volta, e la cosa va urlata, è stata offesa la memoria proprio degli anarchici. Da troppi decenni ormai, e la moda va crescendo purtroppo, tanti si autodefiniscono tali,  ignorando che i veri anarchici sono stati grandi nella misura in cui hanno avuto un ferreo codice morale, e la stramba tendenza a voler pagare di persona. 

Gli anarchici a casa mia si chiamano Bakunin, instancabile fomentatore che ha combattuto le polizie di tutta Europa, ma mai pretendendo che lo lasciassero fare. Si chiamano Cafiero, ricco signore pugliese che dilapidò la sua fortuna per la Causa, per organizzare sommosse e pagarne i costi organizzativi. 

Si chiamano Gaetano Bresci, che venne dagli USA, uccise il Re sapendo di non poter fuggire di fronte alla responsabilità. 

Si chiamano Gino Lucetti, che con altrettanto coraggio e inflessibilità morale tentò di sparare a Mussolini. 

Sono anarchici i catalani che a Barcellona, per la loro incapacità di scendere a compromessi, combattevano tra i falangisti di Franco che sparavano di fronte e i comunisti di Stalin che sparavano alle spalle. 

Gli anarchici sono quelli che hanno applicato il famoso grido alfieriano: “Morte al Tiranno”. Gli anarchici sono quelli che hanno espresso uno dei più geniali slogan della storia: “Una risata vi seppellirà”. 

E ora? Chi si appropria indegnamente  del nome? Teppisti, squatter, rivoluzionari da salotto, punk “ a tempo”, annoiati figli di papà, gente in passamontagna come un bandito qualunque, persone che si sono ridotte a scrivere sui muri contro persone morte da oltre trent’anni…

Ci vogliono le palle per fare gli anarchici veri. I veri anarchici sanno di dover essere più intransigenti con loro stessi degli altri, perché sognano una società senza legge. 

I veri anarchici sono sempre stati e sono tuttora rarissimi. Per gli altri, sedicenti tali, l’invito, la supplica, è di issare altre bandiere.