Britney Spears ad Auschwitz?

giugno 25, 2009

 

Secondo il National Ledger, rivista online americana di politica e cultura pop, sarebbe in progettazione un film sull’Olocausto (strano…) con protagonista nientepopodimeno che Britney Spears. 

Tanto è bastato perché le organizzazioni ebraiche facessero sentire la loro voce. Charlotte Knobloch, presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania, ha subito posto uno aut aut netto. Le organizzazioni ebraiche tedesche, dice, non possono accettare che il tema dell’Olocausto venga smerciato mescolando così perfidamente il Male assoluto e Britney Spears. Ci rendiamo conto una volta di più, accostandoli in questo post, della sproporzione che esiste tra le due dimensioni, quella in cui si è trovato Primo Levi e quella che si è cercata la Spears. Tuttavia gli ebrei avevano tentato con egual vigore a censurare e tenere lontano il film The reader e la sua bravissima protagonista Kate Winslet da ogni gratifica e premio. Inutile perché la Winslet vinse (meritatamente) l’Oscar per quella interpretazione. Siamo dunque su due piani completamente diversi, ma uguale è la reazione delle comunità ebraiche ogniqualvolta circola nel mondo un libro o un film che, pur lungi dal revisionare o negare, escano dalla vulgata comune, e non dispongano pertanto del necessario imprinting dell’ebraismo ufficiale.

L’errore forse sta nel non essersi resi conto che pompare così forte il tema dell’Olocausto, fino a crearne una industria (l’industria dell’Olocausto è un libro che è stato scritto proprio da un ebreo, che forse aveva visto giusto), gioendo con piacere per il numero sempre crescente di materiale su questo tema, avrebbe fatalmente portato a questo. L’impressione che molti scegliessero il tema politically correct per antonomasia per raccogliere facili elogi e premi avrebbe dovuto  far scattare  campanelli d’allarme. Come dice un detto popolare pieno di buon senso, il troppo storpia.

Ora è evidente che la situazione sta un po’ sfuggendo di mano. Lo sfizio di parlare dell’Olocausto non se lo vuol far mancare nessuno. Dunque gli ebrei del mondo potrebbero trovarsi la Spears a interpretare il dolore nel Lager (improbabile comunque) dei loro nonni. E questo non fa loro piacere, per il tipo di fama e la storia della ragazza. Eppure, ci verrebbe da dire, proprio chi è stato per secoli vittima del pregiudizio dovrebbe andarci sempre cauto, e non lanciare mai anatemi preventivi. 


Viva la Destra…che non c’è

giugno 2, 2009

Mi sono sempre definito di Destra, anche se credo che questi riferimenti ottocenteschi non abbiano più senso oggi. Tra una buona destra e una buona sinistra credo sia meglio la prima. Tra una cattiva destra e una cattiva sinistra credo sia meglio astenersi per testimoniare lo schifo, come ho fatto nelle ultime occasioni. 

Ma la mia destra ha dei nomi: Ricasoli, Giolitti, De Gasperi, e poi Longanesi, Montanelli, Guareschi. Non si facevano forti di ideologie, ma di comportamenti, di stile. E lo stile in politica conta. Lo stile (anche) fa lo statista. Longanesi disse: “di Mussolini non mi spaventano tanto le sue idee, ma le sue ghette”. Avesse visto la corte berlusconiana, gli sarebbe venuto un attacco apoplettico. 

Certo lo stile non è tutto. Si potrebbe dire: se vogliamo un buon governo, dobbiamo tenerci gli eventuali rovesci della medaglia. Ma qui di buon governo, nonostante la maggioranza enorme, non si vede l’ombra, escludendo (opinione personale) un Tremonti che volentieri (sempre opinione personale) preferirebbe avere lui per primo un premier diverso (magari lui stesso), e infatti è l’unico che non si è unito alla canea in difesa del premier. Bada al suo lavoro e semmai preferisce farsi ritrarre in ottimi rapporti con Prodi. 

Dunque, siccome credo nel voto come strumento per mandare piccoli segnali alle due oligarchie dominanti, stavolta lo userò per mostrare alla ciurmaglia che usurpa il lato destro del Palazzo, e al loro vate,  che ne ho abbastanza di questa cafonaggine, di questa volgarità, di queste barzellette che fanno ridere solo chi sta a libro paga. 

E allora mi turerò il naso, prenderò un sedatAvo, i sali e tutto l’occorrente per l’inevitabile mancamento, e metterò una crocetta a sinistra, approfittando delle preferenze per pescare il pesce meno marcio. E piangerò amaramente. 


Signori si nasce!!!

Maggio 24, 2009

 

Disse Totò: “Signori si nasce”. Diceva il mio Docente di Letteratura italiana, persona non si è mai capito se più saggia o più eccentrica: “Noi milanesi distinguiamo sempre tra chi è signore, e chi ha fatto i soldi: Agnelli ad esempio, è un signore, Berlusconi  no, è uno che ha fatto i soldi”.  Dante usava tessere le lodi di chi ha “sangue gentile”, che non significava avere le palle del blasone, ma una nobiltà interiore, innata. 

 

Tutte queste cose, forse esagerando, mi frullavano per la testa oggi pomeriggio, durante una camminata fatta in compagnia del mio sigaro toscano, per la  campagna delle mie parti. 

C’è un paesino che si chiama Grimaldi, graziosissimo. C’è una fontana con due bei cipressi e un caco a garantirne l’ombra, e di fronte una chiesina, con dentro un dipinto del 1625. Fin da bambino ho osservato che quello era il “centro” del paese, tutti andavano alla fontana, e vi si poteva scambiare quattro chiacchiere, e quando si celebrava in chiesa tutti vi partecipavano, anche i mangiapreti.  Dall’anno 1900 la villa cui tutto il paesino faceva riferimento apparteneva ad un gentiluomo, Alberto Boldrini. Anche la chiesina e tutto il terreno intorno alla fonte erano suoi. Per quasi cento anni, prima Boldrini poi una sua figlia, che ha continuato a vivere e custodire, da anarchica, la villa, hanno sempre lasciato tutto così. Caterina (così si chiamava) ne erala  proprietaria, conosceva le sue (spartane) esigenze, e quelle dei suoi compaesani, che rispettava e da cui era stimata.

 

La sig.ra Caterina, e gli abitanti “storici” escono poi pian piano di scena, mentre la realtà idrica spinge il comune a chiudere il rubinetto.

I nipoti della sig.ra Caterina si dividono le varie proprietà. La casa sottostante la villa viene poi venduta da alcuni di loro ad un certo geometra.

Costui, e siamo all’oggi, chiede al Comune di poter comprare la stradina che conduce a fontana e chiesina, continuando fino alla sua casa. La cosa va in porto, benché la delibera di vendita contenesse una falsa informazione, e benché questo fosse stato segnalato da alcuni degli eredi.

Il nostro geometrino può quindi costruire finalmente un ributtante muro di recinsione che ingloba con un abile ricciolo la fontana e arriva ad un cancello, piazzato proprio a filo della chiesina (non essendo sua, non poteva includerla).

Dopo una sfibrante riflessione, spaziando tra il gusto palladiano e l’architettura neoclassica, io e il mio sigaro siamo arrivati alla conclusione che il criterio estetico che ha mosso il geometrino è stato…recintare ogni centimetro utile. 

 

Tiro dunque avanti, lasciandomi alle spalle questa pusillanime ostentazione di bacato senso della proprietà, e ragiono sulle frasi di cui sopra. Alberto e la figlia Caterina…Signori. Il geometrino …


Elezioni…a che santo votarsi?

Maggio 2, 2009

Si avvicinano le elezioni. Interessate sfilate tra terremotati si alternano a ipocriti incorruttibili fustigatori. La gara va a cominciare, e le solite facce si allineano sulla griglia di partenza. In Italia, molti la pensano così. Ma alla fine, davanti all’urna, la truffa, l’inganno supremo sortisce sempre l’effetto. I Ser Bis (il serpentello del cartoon “Robin Hood”) che siedono nel Palazzo e gli intellettualucoli da quattro soldi che svolazzano loro intorno riescono sempre a ipnotizzare un popolo che non si danna più di tanto per evitarlo.

In buona fede, milioni di elettori che durante tutto l’anno si mostrano stanchi, sfiduciati, abbandonati e diffidenti, partecipano all’appello, finendo per autoconvincersi che se non mettono quella croce, la democrazia e l’Italia tutta scompariranno… Questo è il ridicolo e falso ricatto che tiene in piedi la baracca. Questo impedisce a una classe politica di essere ridicolizzata davanti a tutta Europa con la percentuale di astensione che essa merita. 

Cosa ha portato, in questi ultimi vent’anni, votare compatti per Berlusconi? Cosa ha portato votare compatti per la sinistra? Quale palingenesi hanno avviato questi eroi, quando è stato il loro turno? E quanti prigionieri politici ha collezionato il Nemicooo quando  è andato al potere? 

L’astensione verrebbe a corrispondere poi, in questa tornata, con quello che in cuor loro pensano i nostri politici. A destra il Mega-capolista si presenta sapendo che non può ottemperare l’impegno. A sinistra sembra abbiano svuotato il magazzino, tanta è la povertà offerta. Astensione dunque, il che vuol dire andare a votare (“personalizzando” la scheda). 


 

 

 

 

 


LO SPORT FA CRESCERE, LA RAI…NO

febbraio 16, 2009

Da buon amante del freddo, non posso che avere una particolare affezione per gli sport invernali, sci alpino in primis. I campionati mondiali si sono chiusi proprio ieri e la spedizione azzurra non è che sia andata poi così bene. Manuela Moelgg, italiana, sabato aveva l’oro dello slalom in tasca a tre porte  dalla fine. Poi ha perso aderenza su uno sci e ha inforcato. Appena arrivata al traguardo, le sue compagne di squadra sono corse a rincuorarla ed abbracciarla. Sanno che lo slalom  sa essere feroce come nessun altro sport. La ragazza, dura e caparbia da buona alpina, ha sofferto amaramente, ma non si è concessa alla sceneggiata davanti alle telecamere, né si è appoggiata alla malasorte: si è asciugata le lacrime per andare a dire “non credo nella sfortuna: comincerò ad allenarmi fin d’ora per le Olimpiadi del prossimo anno, so di poterle valere”. La sera, il notiziario sportivo RAI ha dedicato servizi alla giornata calcistica dell’indomani in serie A, e alla serie B. Poi ha spedito un inviato in Barhein a chiedere a Massa cosa ne pensasse dell’incidente occorso al vecchio Schumacher. Notiziario finito. Vabbè.

Ieri il copione è stato simile: sci completamente ignorato, perché non si è vinto. Con un’aggravante. Un uomo di 37 anni (non un “ragazzo” di 37 come si è detto e scritto) stava passando il giorno del Signore prendendo a zampate il pullmann della squadra avversaria, la Fiorentina. Fatalità ha voluto che nella concitazione sia rimasto sotto le ruote. All’interno del notiziario si sono susseguiti aggiornamenti sulle condizioni di questo “povero tifoso”. 

Ora io sono d’accordo che l’audience ha le proprie esigenze. Sono d’accordo che il sangue “tira”, specie se viene dal calcio, che tira già fin troppo di suo. 

Ma vorrei che almeno, nel caso questo sciocco dovesse lasciarci le penne, ci vengano risparmiate dalla RAI le solite parole vuote, ipocrite domande su “cosa possiamo fare noi giornalisti”…e altre amenità simili. Possono ignorare un idiota che se l’è cercata e dare spazio ad un’atleta che si sbatte ogni giorno in allenamento e se sbaglia crede (incredibile eh?) che sia colpa sua, e non dell’arbitro, dell’avversario, della malasorte, della politica, dei cinesi, del riscaldamento globale, ecc….